- Con decreto coesione, si fa riferimento al gruppo di norme introdotte lo scorso 1° maggio in tema di incentivi alle imprese e al lavoro.
- Il decreto coesione ha come principale obiettivo quello di favorire l’occupazione sul territorio.
- Il legislatore ha poi previsto altri due decreti in tema di riforma fiscale e in attuazione della riforma sulla super deduzione legata alle assunzioni.
Di recente il legislatore è intervenuto con un ulteriore gruppo di norme per riformare il fisco e incentivare le assunzioni e il lavoro. Tra queste vi è il Decreto coesione, introdotto proprio lo scorso 1° maggio.
L’obiettivo del legislatore è quello di attuare una riforma delle politiche di coesione sul territorio entro il 2027. L’obiettivo sembra ambizioso, soprattutto in considerazione dello stato di avanzamento della disciplina normativa, dei progressi e dei risultati ottenuti sinora.
Nel seguente articolo, tratteremo delle principali novità introdotte con il decreto coesione. Ci soffermeremo sugli obiettivi della riforma e su come si intende attuarli, anche tramite la previsione di alcune misure.
Decreto coesione: novità normative
Il 30 aprile scorso, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a molteplici norme, divenute note come decreto coesione. In realtà, il Consiglio dei ministri ha previsto ben tre decreti che sono volti a disciplinare materie distinte.
Nello specifico, i decreti che sono stati approvati sono:
- il decreto coesione, chiamato anche decreto primo maggio, che ha come obiettivo quello di introdurre significative modifiche e interventi in tema di lavoro;
- il decreto di attuazione della riforma fiscale su IRPEF e IRES;
- il decreto interministeriale che dovrà attuare le novità della riforma approvate a fine anno scorso sulla superdeduzione legata alle assunzioni.
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Obiettivi del decreto coesione
Il decreto coesione è finalizzato ad introdurre una riforma della politica di coesione, secondo quelle che sono le direttiva indicate nella revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Tramite il decreto coesione si cercherà di realizzare una strategia unitaria per realizzare gli interventi finanziari di politica di coesione, previsti per gli anni 2021-2027. Il programma di intervento mira a ridurre i divari territoriali, in particolare in alcuni settori quale quello delle risorse idriche, delle infrastrutture per il rischio idrogeologico, della protezione degli ambienti o della gestione di rifiuti e trasporti.
Il programma sarà finanziato con 42 miliardi di euro, di provenienza comunitaria, e 32 miliardi di euro di risorse nazionali, per il solo ciclo che si concluderà nel 2027. Il legislatore intende intervenire su più livelli, in modo tale da creare un coordinamento nelle politiche di coesione delle varie aree del territorio.
La prima parte dell’atto è proprio finalizzato ad accelerare e rendere più efficiente l’impiego di risorse. Il decreto individua interventi prioritari in una serie di settori strategici, condivisi con la Commissione europea. L’approccio seguito dal decreto è orientato al risultato, cioè a rafforzare il livello di efficaci delle misure e soprattutto volto ad ottenere un impatto significativo.
I settori strategici sono:
- risorse idriche;
- infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell’ambiente;
- rifiuti;
- trasporti e mobilità sostenibile;
- energia;
- sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde.
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Decreto coesione e misure di autoimprenditorialità
I principali interventi del decreto coesione sono in tema di Autoimprenditorialità. Il decreto prevede l’erogazione di una serie di incentivi e contributi a fondo perduto distinti per area geografica. Tra queste misure possiamo ritrovare il voucher da 30 mila euro, destinato a imprese, lavoratori autonomi e professionisti del Centro Nord Italia. L’incentivo può essere impiegato per l’avvio di imprese individuali o collettive.
Oltre al voucher, dovrebbero essere erogati anche contributi a fondo perduto del:
- 65% di una spesa fino a 120.000 euro;
- 60% per spese oltre i 120.000 euro e fino ad un massimo di 200.000 euro.
Il decreto coesione rifinanzia anche il programma Resto al sud 2.0. destinato a imprese, lavoratori autonomi e professionisti del Sud Italia, finalizzato a finanziare l’avvio di attività imprenditoriali in forma individuale e collettiva.
L’incentivo erogato in base al programma è di 40 mila euro, che può essere innalzato a 50 mila in alcuni casi, nel caso di beni digitali o destinati al risparmio energetico.
Sono previsti anche incentivi a fondo perduto:
- al 75% per spese fino a 120.000 euro;
- al 70% per spese comprese tra 120.000 e 200.000 euro.
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Sgravi per le assunzioni
Il decreto coesione è anche volto ad incentivare le assunzioni per incrementare l’occupazione nel settore privato. Il legislatore ha previsto, a tal fine, molteplici sgravi per le assunzioni che potranno essere recepiti nel periodo compreso tra luglio 2024 e dicembre 2025. Gli sgravi sono cumulabili con la maxideduzione del costo del lavoro prevista dalla legge di Bilancio 2024.
Il decreto prevede lo sgravio totale dei contributi INPS per coloro che assumono:
- Under 35 al primo impiego a tempo indeterminato: sgravio mensile entro il limite di 500 euro per 24 mesi;
- Under 35 al primo impiego stabile nelle ZES: sgravio mensile entro il limite di 666 euro per 24 mesi;
- Donne prive di impiego regolare da almeno 24 mesi: sgravio mensile entro il limite di 666 euro per 24 mesi (incremento occupazionale obbligatorio);
- Donne residenti nelle ZES e prive di impiego regolare da almeno 6 mesi: sgravio mensile entro il limite di 666 euro per 24 mesi (incremento occupazionale obbligatorio);
- lavoratori con almeno 35 anni compiuti privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 12 mesi da impiegare nelle ZES: sgravio mensile entro il limite di 666 euro per 30 mesi;
- dipendenti in CIGS da almeno due anni presso aziende con organico pari o superiore a 1.000 unità: sgravio mensile entro il limite di 666 euro per 36 mesi. L’incentivo prevede che saranno riconosciute al lavoratore anche 200 ore.
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Misure per lo sviluppo e la coesione del territorio
Il decreto coesione ha anche previsto alcune misure per sviluppare l’economia sull’intero territorio. In particolare, il legislatore ha disposto:
- la revisione della disciplina e il finanziamento del fondo perequativo infrastrutturale;
- la ricognizione dello stato di attuazione dei contratti istituzionali di sviluppo, nonché la revisione della governance istituzionale e delle modalità attuative degli stessi;
- l’estensione delle misure di semplificazione e dei benefici fiscali previsti per la ZES unica anche alle zone logistiche semplificate (ZLS) e l’incremento del fondo di sostegno ai comuni marginali da destinare ai consorzi industriali;
- misure volte ad accelerare la realizzazione di interventi di risanamento ambientale e rigenerazione urbana nel comprensorio campano di Bagnoli-Coroglio. Si intende assicurare il supporto tecnico al Commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione siciliana;
- misure volte ad assicurare le risorse destinate ai Comuni svantaggiati, per gli investimenti nelle aree interne destinati al sostegno economico in favore di piccole e micro-imprese e per la realizzazione di infrastrutture prioritarie.
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Decreto coesione – domande frequenti
Il decreto coesione è stato introdotto al fine di riformare le politiche di coesione entro il 2027, introducendo degli sgravi ed aiuti per le imprese.
Il decreto coesione prevede alcune misure di Autoimprenditorialità, ossia misure volte a incentivare, con voucher, l’apertura di nuove attività imprenditoriali.
Il decreto coesione ha poi previsto anche molteplici sgravi per l’assunzione che potranno essere recepiti nel periodo compreso tra luglio 2024 a dicembre 2025.
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