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Non si fermano le notizie di truffe che riguardano le agevolazioni fiscali del Superbonus 110.

È freschissimo il sequestro di 13 milioni di euro avvenuto a Siracusa da parte della Guardia di Finanza, importo corrispondente al valore di beni immobili e di crediti fiscali fittizi relativi a due contratti di compravendita immobiliare stipulati da due coniugi, nel periodo 2020 – 2021.

In questo caso è stato davvero “fatta la legge, trovato l’inganno”; operazione resa possibile, nel considerevole ammontare, dall’aver usufruito della possibilità di ottenere l’ammontare massimo per unità immobiliare previsto dal Superbonus 110% di 96.000 euro per unità immobiliare, grazie al frazionamento e all’avallo di specialisti del settore.

In sostanza, da due ruderi con terreno annesso, i coniugi avrebbero realizzato un resort wellness & Spa di lusso, composto da appartamenti, un grande albergo, un’area multifunzionale, un ristorante e un centro benessere, mediante la costituzione di 118 nuovi subalterni rispetto ai 4 originari, con l’unico scopo di avere i potenziali massimi benefici.

Ma non era troppo lontana, parliamo del 12 aprile scorso, la notizia del sequestro di oltre 1,9 milioni di euro, riguardanti crediti fiscali fittiziamente maturati sempre in ambito Superbonus 110, da parte della Procura di Aosta.

La virata in ottica di restrizioni ha portato a sgonfiare la bolla del Superbonus con fatture che sono passate, con l’impennata di dicembre 2023 di 54 miliardi di euro, a 19 miliardi di euro a febbraio 2024.

Intanto, sono in corso vari emendamenti da parte dei partiti politici al disegno di legge di conversione del D.L. 39/2024, con l’obiettivo di “spalmare” i crediti edilizi in 10 o addirittura 15 anni per le spese Superbonus effettuate a partire dal 1° gennaio 2023, e di estendere l’opzione di cessione del credito fino al 31 dicembre 2025 per gli interventi incentivati con il bonus per la rimozione delle barriere architettoniche. Da una parte si vorrebbe venire incontro al contribuente medio, dall’altra fare in modo che sia contenuto l’impatto sui conti pubblici.

Ma la riflessione che mi sento di fare è quella di aver ancora una volta perso l’occasione preziosa di rendere circolabili i crediti fiscali, finanziando l’economia reale per lo sviluppo e per una migliore crescita economica. A causa di comportamenti illeciti, di una mancanza di valore chiamato “Bene comune”, di una “non visione” di quanto e come il corretto scambio dei crediti fiscali all’interno del sistema economico, potesse costituire un precedente per l’introduzione di una moneta complementare, funzionante e utile al cittadino e alle aziende. Costituendo liquidità a tutti gli effetti da immettere nel ciclo virtuoso dell’economia reale.

Dobbiamo constatare che, in pochi, i soliti “più furbi “e “più forti” hanno beneficiato per primi, arricchendosi alle spalle dei cittadini onesti e togliendo la possibilità concreta di fare in modo che un eventuale impatto negativo sui conti pubblici avesse l’alternativa del benessere economico dei cittadini.

Così diventa facile affermare che la manovra del Superbonus non è più sostenibile.

Certo, ma al motivo di aver fatto male i conti inizialmente, e di questo se ne farà carico chi dovrebbe agire a tutela delle persone, dobbiamo avere l’onestà intellettuale di aggiungere che non è a causa del fatto che lo strumento possa essere efficace, ma dei comportamenti individuali.

Il resto è volontà politica.

Maria Luisa Visione

 

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