“L’arte non genera differenze, le esalta”. Ecco le voci degli autori
Torino, 10 Maggio – “L’arte non genera differenze, le esalta”. Con queste parole si è aperta stamattina la presentazione al Salone internazionale del libro di Torino di ‘Particolari al centro’, il numero speciale allegato alla rivista SuperAbile Inail che raccoglie dieci progetti artistici realizzati da persone con disabilità. Un libro per immagini che parla di trasformazione, cambiamento, rinascita, umanità, amore, e rispetto. Una rivoluzione culturale prima che sociale che guarda alla pluralità dell’essere umano attraverso le arti: la pittura, il teatro, il cinema, la danza e la fotografia.
L’Inail con il suo contact center integrato SuperAbile, dedicato al mondo delle disabilità, “vuole dare forza all’articolo 3 della Costituzione che ci parla di uguaglianza sostanziale tra le persone per consentire a tutti una piena partecipazione alla vita sociale– afferma Pamela Maddaloni, dirigente della direzione centrale Prestazioni sociosanitarie dell’Istituto- questa rivista è uno strumento per diffondere la cultura sulla disabilità”. L’arte “non genera differenze perché genera arte, trasmette idee, messaggi e rispecchia le emozioni e i sentimenti degli autori– continua Fabio Lo Faro, direttore regionale Inail Piemonte- così abbatte tutti i confini. L’arte trascende le barriere linguistiche e culturali ed è un potente veicolo della cultura dell’inclusione. Noi oggi con questo Speciale vogliamo sfidare tutte le costruzioni sociali predefinite e presentiamo gli artisti con le loro opere per provare e generare dubbi sui preconcetti e fare la differenza”.
E’ un “veicolo importante per superare le diversità senza stereotipi standardizzati- aggiunge Vincenzo Falabella, presidente della Fish- Di solito la condizione di disabilità prevale nella persona, ma in Italia stiamo cercando di superare lo stigma per mettere le persone al centro, perché quelle con disabilità vogliono vivere indipendentemente dalla propria condizione. Negli anni il concetto di disabilità si è evoluto proprio come quello di arte, lo posso dire perché vivo con una disabilità e uso la sedia a rotelle che deve essere considerata come uno strumento di cittadinanza. Mettere il particolare al centro significa porre ogni persona al centro dell’ambiente. Più l’ambiente esterno è ostile e più sarà elevata la sua difficoltà a vivere– ricorda Falabella- se invece l’arte ci aiuta a creare un ambiente più inclusivo, allora sarà possibile annullare la condizione di disabilità. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci richiama al valore della dignità della persona umana che deve essere messa in condizione di esprimere tutte le sue potenzialità”.
Una delle varie possibilità di essere è raccontata proprio da Patrizia Saccà, autrice del metodo ‘Yoga a raggi liberi‘: “Ho tradotto le 12 posizioni asana e il saluto al sole per far partecipare tutti, anche le persone in carrozzina. Sono consigliere nella giunta del Comitato italiano paralimpico (Cip) e so quanto l’Inail fa nel mondo sportivo. Arrivo dallo sport dopo una caduta accidentale a 13 anni che mi ha fatto perdere l’uso delle gambe. Il nostro motto è ‘dove non arriva il corpo arriva la mente, e dove non arriva la mente arriva lo spirito’.
Dopo tanti anni di attività sportiva la rabbia di non camminare l’ho messa su un tavolo da Ping pong partecipando alle Paralimpiadi, ai mondiali e agli europei, ma non ho mai abbandonato lo yoga. Nel 2017 sono diventata insegnante di questa disciplina e per me è iniziato un lungo cammino. Domani, qui al Salone del Libro di Torino presento il mio ultimo libro ‘Il saluto alla luna”. Ma c’è anche chi guarda il mondo dall’altezza di un bambino di 10 anni, dice sorridendo Quintavalle, in sedia a rotelle dopo un incidente stradale. “Mi sono laureato in legge e ho avuto una vita normale fino al 2011, poi la disabilità mi ha creato dei problemi di salute importanti che mi hanno fatto stare in disparte. Avevo bisogno di bellezza per dare significato alla mia vita e la fotografia è diventata una compagna“. Una passione che dopo 12 anni si è trasformata in un lavoro. “La disabilità è una figura attiva ed essere persone con disabilità- sottolinea il fotografo- significa poter dire molto di più rispetto a 30 anni fa. Ogni persona a prescindere dalle proprie condizioni rappresenta un valore aggiunto per la società”, conclude.
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