L’avventura tedesca. La Laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino fa subito capire a Bruno Sacco che se la meccanica è il cuore di una vettura, la carrozzeria è ciò che cattura subito gli sguardi e che, come un abito di alta sartoria, ne può definire in modo indelebile lo stile. Una lezione che Bruno Sacco metterà in pratica prima attraverso collaborazioni con atelier prestigiosi come Ghia e Pininfarina, ma soprattutto, a partire dal 1958, quando inizia un’avventura che durerà quasi metà della sua vita.
41 anni di Mercedes. Un italiano chiamato a far parte del Centro Stile della Daimler-Benz. Un’occasione unica che il friulano Sacco sfrutta al meglio, diventando, nel 1975, responsabile del design: un incarico che lui manterrà fino al 1999, anno in cui va in pensione. Un record di fedeltà a un singolo marchio che ha pochi eguali nel mondo dell’automobile: dalla sua matita sono nati infatti autentici capolavori, che riescono a fondere mirabilmente austerità e solidità con eleganza ed estrema pulizia delle linee. Automobili che, se pensiamo alla Classe G, dopo 45 anni dalla loro introduzione sul mercato, sono ancora in produzione e hanno mantenuto praticamente inalterato il design originale, diventando icone senza tempo.
Spider, berline, coupé: un genio eclettico. Bruno Sacco ha messo la firma anche sulla 190, una piccola grande rivoluzione per un marchio come Mercedes, diventato rapidamente un enorme successo commerciale, e sulla SL del 1989, una spider dall’eleganza senza pari e che è invecchiata benissimo, dimostrando la versatilità creativa del designer friulano: fuoristrada, spider, coupé, berline. La Classe S, lanciata nel 1979, è forse uno dei suoi capolavori: un’auto che, al di là dei contenuti tecnologici e meccanici, ha incarnato i valori del brand meglio di qualunque altra, con uno stile pulito e lineare, senza concessioni alle mode, uno stile capace di attraversare gli anni. Affermazione che vale anche per la SEC o per modelli più recenti, come la SLK, esempi tangibili di quello che lui amava definire “l’arte del design silenzioso”, e che ha dato un’impronta indelebile alla produzione della Stella.
L’addio. Lo stesso silenzio e la stessa discrezione che hanno accompagnato l’esistenza di Bruno Sacco hanno caratterizzato la notizia della sua morte, circolata con incredulità attraverso un timido passaparola degli appassionati, prima della conferma ufficiale. Ora che lui non c’è più, le “sue” Mercedes continueranno a testimoniarne il genio su tutte le strade del mondo, tributo perenne a uno dei grandi del design. La redazione di Ruoteclassiche si unisce nell’esprimere le più sincere condoglianze alla famiglia.
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