Giro di vite su alcune cartelle esattoriali. Controllate bene cosa avete nel cassetto, dato che non vanno più pagate.
Tutti sono in attesa dell’annuncio della famigerata rottamazione quinquies. Questo perché il Fisco ha affermato che non è riuscito a recuperare quanto sperava con la quater. Un ammanco molto copioso di euro che farebbero comodo ad un’Italia che è quasi interamente da rifinanziare.
Se si opzionasse per una nuova rottamazione, dal momento che in molti non sono riusciti a rispettare le scadenze per i pagamenti, sarebbe una mossa saggia.
In questo modo sicuramente nuovi soldi entrerebbero nelle casse statali. Nello stesso tempo i cittadini potrebbero beneficiare di nuove rate, senza temere procedure di pignoramento.
Sarebbe la scelta più congeniale per tutti, se avvenisse, perché l’extra gettito permetterebbe di rimpinguare di molto il welfare e alcuni settori pubblici che hanno assolutamente bisogno di un credito, per essere efficienti.
Cartelle da non pagare
La riforma della riscossione ha introdotto delle importanti novità sul fronte delle cartelle esattoriali. In particolare, come si evince dall’articolo 3 del decreto legislativo numero 110 del 29 luglio 2024. In questo decreto viene spiegato cosa accadrà ad alcune cartelle già emesse dall’Agenzia delle Entrate.
Testualmente riferisce: “Le quote affidate all’Agenzia delle entrate-Riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento sono automaticamente discaricate secondo quanto stabilito con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze”.
Cosa accade alle cartelle non riscosse entro il 2025
Le cartelle che verranno cancellate sono quelle per cui sono trascorsi già cinque anni dal loro affidamento all’ente di riscossione e che secondo l’Agenzia delle Entrate – Riscossione sono difficili da incassare. Fanno eccezione, però, i ruoli i cui crediti risultino sottoposti a procedure esecutive, concorsuali oppure ad accordi di ristrutturazione del debito, così come previsto dal codice della crisi d’impresa.
Grazie al discarico automatico comunque, si cancella la cartella esattoriale, ma non il debito in sé. Ne consegue che il debitore continua a essere tale nei confronti dell’ente che ha affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione l’incarico di provvedere al relativo incasso. Sull’attività di recupero dei crediti e sul discarico automatico è previsto il controllo sia da parte del del Ministero dell’economia e delle finanze che dell’ente creditore. Per controllare la vostra situazione tributaria, potete sempre tramite SPID verificare sul sito dell’Agenzia delle Entrate quale sia la vostra potenziale situazione debitoria.
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