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Fondo vittime dell’amianto, parte l’esposto all’Ue #finsubito prestito immediato


Che fare quando in Italia la politica appare sorda o quanto meno distratta? Si aprono nuovi fronti e si coinvolge l’Europa. È stata questa la scelta di un paio di consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia e dalla Ubaldo Spanghero – Associazione per lo studio e il contrasto delle malattie dell’amianto e del lavoro: un esposto inviato ai gruppi parlamentari europei e alle autorità di controllo della concorrenza. Il caso è quello dei finanziamenti del Fondo vittime dell’amianto destinati a Fincantieri. Una scelta del governo che è passata un po’ troppo sottotraccia e in pochi pare abbiano colto le novità del decreto interministeriale pubblicato in gazzetta ufficiale ad agosto con la firma di Calderone e Giorgetti: si chiama Fondo per le vittime dell’amianto ma gli 80 milioni messi a disposizione nel quadriennio 2023-2026 sono tutti a beneficio del colosso della cantieristica navale.

Le norme che oggi sono consolidate prevedono che al fondo possano accedere le società partecipate pubbliche che abbiano dovuto risarcire dipendenti colpiti da malattie asbesto-correlate durante le lavorazioni nei cantieri navali ma «l’unica società partecipata pubblica che ha gestito nel corso degli anni l’attività di cantieristica navale è la Fincantieri Spa, prova ne sia che è anche l’unica società ad avere presentato domanda all’Inail per il beneficio economico nel 2024» sottolinea Claudio Ceron, della associazione Ubaldo Spanghero.

Già a inizio anno sindacati e associazioni degli esposti all’amianto si erano accorti che dietro al susseguirsi di norme c’era un regalo per Fincantieri e lo avevano denunciato ma a poco sono valse le proteste e le richieste di modifica. Con un’ultima mossa a fine estate il Governo ha ribadito la scelta e il nuovo decreto interministeriale viene dettagliato dal consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia Enrico Bullian (Patto per l’Automia-Civica FVG) che ben conosce la lunga storia delle vittime dell’amianto: «È un cortocircuito clamoroso che continui a beneficiare del Fondo l’azienda responsabile delle patologie. Il nuovo decreto interministeriale va letto con attenzione perché alcune novità potrebbero trarre in inganno. Tipo quella che estende la possibilità di richiedere i risarcimenti anche per i lavoratori dell’appalto che, nei fatti, vuol dire che aumentano le risorse che Fincantieri potrà ottenere». E ancora: «Nelle tabelle allegate con il valore degli indennizzi, come degna conclusione di questo mostro giuridico, si innalzano le soglie: anche questo significherà che a Fincantieri potranno essere riconosciuti risarcimenti maggiori per ogni lavoratore o erede».

Molto duro il comunicato di Bullian e di un altro consigliere regionale, Diego Moretti (Pd): «Uno scandalo. Le tutele devono valere per tutte le vittime di qualunque comparto produttivo e non per le aziende. Con il nuovo decreto, poi, si interviene direttamente per l’intero triennio 2024-2026, evitando così altri passaggi parlamentari e perfino ministeriali, rimandando esclusivamente al bando annuale che sarà gestito da Inail». Eppure uno spiraglio sembrava essersi aperto pochi mesi fa quando il consiglio regionale aveva accolto all’unanimità una mozione promossa da Bullian e Moretti perché ci fosse un intervento diretto del presidente della regione Fedriga in sede romana e perché fosse la regione a coordinare un tavolo tra Fincantieri e le associazioni delle vittime perché quelle risorse fossero destinate alla ricerca sul mesotelioma e alla gestione delle malattie da amianto.

Ma al tavolo organizzato a luglio la Regione non c’era e la disponibilità di Fincantieri nemmeno. E quindi, che fare? Intanto un esposto alle autorità europee sulla concorrenza «a cui chiediamo una cosa semplice» dicono Bullian e Moretti: «Può uno Stato dell’Unione creare un Fondo per le vittime dell’amianto che alla fine finanzierà, di fatto, un’unica società partecipata pubblica della cantieristica navale (cioè Fincantieri che è pure dello stesso Stato) per i risarcimenti dovuti ai lavoratori e alle famiglie? E, se dobbiamo proprio sostenere in questa maniera le imprese responsabili, perché vale solo per la società pubblica e solo per quella del comparto della cantieristica navale?». In piena sintonia anche Ceron: «Alla Commissione Europea sono state esposte le ragioni che, a nostro parere, integrano una illegittima forma di aiuti di Stato».



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