La Pac 2023-27 è più green rispetto alle precedenti ma non abbastanza da soddisfare a pieno gli obiettivi ambientali e climatici fissati dall’Unione europea con il Green Deal. Lo sottolinea la Corte dei Conti Ue pubblicando un’analisi di 60 pagine sul contributo verde della principale politica di finanziamento degli agricoltori e delle imprese agricole. In particolare, l’organo presieduto da Tony Murphy punta il dito contro i Piani strategici nazionali scrivendo che “sono piùe cologici rispetto al precedente esercizio finanziario, ma non sono all’altezza delle ambizioni dell’Ue e mancano elementi per valutarne la performance green”.
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Nessun miglioramento sostanziale
La Pac 2023-27 vale 378,5 miliardi di euro, il 31% del bilancio Ue a lungo termine, di cui circa 123 miliardi “potenzialmente rilevanti” per il clima, stando alle stime di Bruxelles. Nonostante le novità introdotte nell’attuale esercizio per aumentare il contributo della Pac alla transizione come gli ecoschemi, i revisori di Lussemburgo sottolineano di “non aver riscontrato un miglioramento sostanziale dei piani Pac sotto il profilo ecologico”.
Scarsi progressi riconducibili anche al fatto che, in risposta alle proteste dei trattori dello scorso inverno, Bruxelles ha allentato molti dei requisiti di condizionalità (come la rotazione delle colture per migliorare la qualità del suolo, ora divenuta facoltativa) e, dunque, l’impatto verde dei piani potrebbe essere ancora inferiore. I revisori di Lussemburgo puntualizzano infine che le gli Stati membri non hanno obblighi di includere nei propri piani strategici una stima dei contributi della agli obiettivi del Green Deal.
Difficile stimare i benefici
Nonostante la difficoltà a valutarne il reale impatto, secondo la Corte il perseguimento degli obiettivi del Green Deal dipende in larga misura da azioni fuori dalla Pac. In vista dei negoziati sulla nuova Pac post 2027 che presto si apriranno, la Corte dei Conti raccomanda alla Commissione europea di stimarne il contributo agli obiettivi del Green Deal e rafforzare il quadro di monitoraggio per il clima e l’ambiente.
Per stilare l’analisi i revisori hanno analizzato in particolare i Piani strategici di quattro Paesi: Irlanda, Spagna, Francia e Polonia. Inoltre, hanno esaminato valutazioni e studi di diversi portatori d’interesse: organizzazioni agricole, ricercatori e organizzazioni non governative per l’ambiente. E ancora, hanno avuto colloqui con 66 agricoltori in 14 Stati membri.
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